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venerdì 23 dicembre 2011

Come vivono e muoiono gli animali che mangiamo conta!

Jonathan Safran Foer: Se niente importa, perché mangiamo animali?



Nonostante lo stile filosofico, è un libro utilissimo per fare chiarezza sulla tortura inflitta agli animali negli allevamenti intensivi.

Si viene così a scoprire che gli animali degli allevamenti sono geneticamente modificati perché ingrassino velocemente e non si riproducano. Sono animali spesso nati con malformazioni o debolezze immunitarie, dovute all'assenza di spazio, luce, aria fresca, di un'alimentazione ed un trattamento adeguati. Vengono perciò imbottiti di farmaci ed avviati tutti (capi sani e malati) ai mattatoi.

Ci sono allevamenti che riprendono il sistema tradizionale, antico, dove si ha cura dell'animale allevato. Al momento sono pochi.

Per l'autore va fatta una scelta netta: il vegetarianismo, per avere la certezza che la barbarie degli allevamenti zootecnici intensivi non abbia un futuro.

venerdì 2 dicembre 2011

Un piccolo gesto per consumare meno plastica

Mi è venuto in mente dopo aver guardato un filmato in cui Charles Moore mostra tutti i rifiuti che si riversano in mare.

Ho pensato che, la prossima volta che andrò a far spesa, invece di prendere il guanto di plastica, infilerò la mano direttamente nel sacchetto di plastica. Può andar bene per i cespi interi di insalata, per un gambo intero di sedano, per un singolo frutto (melograno, ananas). Magari potrò avere ancora bisogno di un guanto, ma magari no...

E' un gesto piccolissimo, ma se lo moltiplichiamo per tutti i milioni di italiani che in questo momento stanno comprando singoli cespi di insalata...






venerdì 17 giugno 2011

Meno carta che non ci serve

Anche se non sono un'ecologista al 100%, cerco di fare qualcosa per inquinare un po' meno.

La carta, ad esempio, è uno dei materiali che si riciclano meglio, però perché far girare tanto materiale cartaceo non proprio indispensabile, con costi per chi li produce, chi li trasporta e chi ce li mette in cassetta? Ora, non voglio certo prendermela con chi ha come unica possibilità di lavoro quella di consegnare volantini, semmai bisogna cercare di ridurre gli sprechi a monte!


Koba Alexander: Rubbish

Ecco quello che ho fatto, oltre ovviamente a tenere separata la carta in casa da buttare nell'apposito bidone.

Per evitare di avere posta in cartaceo che non ci serve o che possiamo ormai consultare direttamente via Internet:

1. Ho inviato alcune lettere raccomandate all'attenzione del Responsabile Trattamento Dati di quelle associazioni che scrivono per chiedere offerte o per offrire corsi vari. (Mi spiace dover dire che ad oggi un'importante Fondazione per la ricerca sui tumori continua a mandarmi i suoi bollettini per fare offerte, nonostante la mia richiesta sia stata accompagnata da una raccomandata con ricevuta di ritorno...)

2. La maggior parte delle aziende che inviano la loro pubblicità si avvalgono di elenchi telefonici. Io sono con la Telecom e da qualche mese è uscito un modulo, che si trova qui. Ad un certo punto si richiede
SONO D'ACCORDO CON L'USO DEL MIO INDIRIZZO PER L'INVIO DI POSTA PUBBLICITARIA  :
basta mettere una croce sul NO. Ovviamente gli effetti li sentirò solo a partire dall'elenco del prossimo anno. Bisogna anche allegare la fotocopia del documento di identità e del codice fiscale. Si può inviare via posta o via fax (perché non hanno previsto anche un invio telematico come allegato alla mail?)

3. Di recente, come socia Coop, ho scoperto che è possibile consultare sul sito la rivista "Consumatori", perché allora continuare a ricevere il cartaceo? Basta andare sul sito di Coop Consumatori e cliccando in alto a sinistra "Vuoi rinunciare alla copia cartacea di Consumatori"? Si apre una finestra con la mail della redazione, dove basta copiare il testo che viene suggerito ed aggiungere i propri dati, oltre al nome della cooperativa di zona ed al numero della propria tessera.

Certo, queste azioni richiedono un po' di tempo, ma sono convinta che ci si prenda troppa libertà nello stampare ed inviare pubblicità varie non richieste; se si interviene, si manda un segnale, e più siamo a farlo, maggiore sarà l'opera di dissuasione, assolutamente legittima e legale, nei confronti di un invio indiscriminato di stampati di carta.

Buona iniziativa a tutti!


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