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domenica 4 novembre 2012

Chips alle patate dolci

Al supermercato vendevano vaschette di patate dolci americane, così ho deciso di comprarne una e sperimentare una ricetta semplice, semplice, che negli Stati Uniti è considerata come uno snack dolce-salato: le chips.

Secondo le tabelle di Montignac, il loro indice glicemico a crudo è pari a 50 (valore medio).

Per cominiciare, ho acceso il forno a 200°C.

Ho pelato e affettato il più sottilmente possibile circa 250/300 grammi di patate dolci in un piatto. Poi ho aggiunto un cucchiaino raso di sale e un cucchiaio di olio extravergine di oliva e una macinata di pepe.

Ho spalmato un cucchiaio di olio d'oliva sulla carta da forno appoggiata sulla leccarda, poi ho sistemato tutte le fettine di patate dolci aggiungendo un pezzetto di rosmarino per il profumo.


Ho infornato a metà altezza e, dopo 10 minuti, ho estratto la leccarda per girare tutte le chips. Ho fatto cuocere ancora una decina di minuti + 1 minuto di doratura al grill.

 Ho messo le chips in una confezione richiudibile, riciclando un contenitore di datteri.

La consistenza e il sapore possono ricordare un po' le castagne

Personalmente non le ho apprezzate molto, perché sono troppo dolci e penso che vadano bene per fare delle torte. Per fortuna non tutti in casa la pensano come me: le chips stanno sparendo a vista d'occhio!

giovedì 30 agosto 2012

Insalata di avena al limone e menta

Insalata di avena al limone e menta

Per questa ricetta ho preso spunto dalla "Insalata di avena al limone" sul sito di La Sissa, un blog che non conoscevo e che mi piace molto per la semplicità delle sue preparazioni, che così sono accessibili proprio a tutte/tutti, nonché per quella sensazione di positività e leggerezza che trasmettono le sue pagine.

Siccome mi ritrovo in casa molte erbe aromatiche, che l'estate deliziosamente mi regala in abbondanza, ho modificato un po' la ricetta di La Sissa, più che altro aggiungendo le aromatiche, in particolare la menta, che adoro.

insalata di avena con limone e menta
Mentre le mie 2 manciate di avena decorticata cuocevano in acqua salata per 45 minuti, ho fatto a pezzettini un pomodoro medio, un pezzetto di peperone, qualche foglia di sedano e di prezzemolo e l'equivalente di una cucchiaiata di cipolla rossa dolce. Ho messo il tutto a macerare durante la cottura dell'avena, aggiungendo alcune cucchiaiate di olio d'oliva, del sale, una spruzzatina lievissima di pepe, foglie di menta, basilico e santoreggia tritate.

Ho versato l'avena scolata, ancora bollente, nell'insalatiera, aggiungendo poi il succo di mezzo limone e ho mescolato bene. Il limone l'ho messo solo alla fine, per evitare che intaccasse il sapore del pomodoro in maniera troppo forte, ossidando il pomodoro e compromettendone il sapore finale.

L'ho gustata tiepida e l'ho trovata davvero buona. È una ricetta facile da preparare in anticipo e lasciare in frigo, prima di gustarla magari durante un pic-nic.


martedì 3 aprile 2012

SU CRUMPETS & CO. LA MARMELLATA DI TERRY !



Tempo fa avevo chiesto a Terry, blogger effervescente e creativa di Crumpets and Co., di provare una ricetta un po' particolare, una marmellata di barbabietole e zucca che avevo trovato e riportato dal libro della Dott. Varvello. Terry mi ha risposto subito di sì con entusiasmo, e oggi ha pubblicato questa ricetta sul suo blog, Crumpets and Co., rivisitandola in modo personale, corredata, come di consueto, da una versione in lingua inglese.

Ogni volta che Terry pubblica una ricetta, sono sempre attratta dall'eleganza e la delicatezza delle sue foto e allo stesso tempo dall'aspetto davvero succulento delle sue creazioni. Si vede che ci mette tanta passione! Non so voi, ma io quando leggo il suo blog, sento l'energia calorosa di Terry che sembra venirmi incontro.

Mi sento perciò di consigliarvi di cuore di navigare dritto dritto verso Crumpets and Co. e scoprire, oltre alla marmellata per cui la ringrazio tanto, tantissime altre sue ricette, oltre ad approfondimenti sulle proprietà curative degli alimenti, essendo anche Terry un'appassionata di erboristeria.

Grazie ancora Terry per questo meraviglioso regalo che mi hai fatto!








martedì 13 marzo 2012

Senape per mal di testa e artrite

In Germania, dove notoriamente si consuma molta senape con i wurstel, la senape macinata in polvere viene anche usata per il mal di testa.

senape macinata    

Il colore della senape macinata al naturale è chiaro; di solito in commercio la si addiziona di curcuma per ottenere un bel giallo pieno. 

Una volta reperita la senape in polvere, se ne mette un cucchiaino in una bacinella d'acqua calda e si lasciano a bagno i piedi. Per effetto osmotico, attraverso il pediluvio si assorbono sostanze utili per il mal di testa.

Il pediluvio alla senape è indicato anche per chi soffre di artrite.

giovedì 8 marzo 2012

Manioca

In un negozio indiano mi sono fatta dare un piccolo tubero, praticamente inodore, che penso di avere identificato come Manioca dolce (Manihot esculenta).

tubero di manioca
Pelando questo tubero, dentro è bianchissimo e tra le mani scivoloso. Cuocendolo l'acqua diventa rosata e ha fatto un po' di schiuma. L'ho cotto in acqua, semplicemente, per sentire il sapore di questa verdura, sconosciuta per me. 

Meno male che l'ho assaggiata solo una volta cotta, perché ho letto che il tubero della varietà amara è velenoso crudo.

È un po' come mangiare una patata, ma leggermente più dolce e più morbida, si sfarina subito, deve contenere molto amido.

Ho avuto modo di assaggiarla tempo fa anche sotto forma di farina abbrustolita (Mandioca) in un piatto brasiliano con carne, ed è buonissima. Non ho idea di come si prepari, ma sono contenta di averla scoperta, così in futuro posso fare delle prove in cucina.

martedì 28 febbraio 2012

Radicchio stufato con crescenza

Radicchio stufato con crescenza




Una ricetta semplice, invece della solita carne.

Ho preso spunto da una ricetta del libro "Inventa Menù: Mangiar Sano" ("Radicchio trevigiano ai tre formaggi") semplificandola con quello che ho in casa.

Come piatto unico consiglio un radicchio per persona.

Ingredienti:
  • radicchio lungo o trevigiano
  • crescenza 
  • sale, pepe nero e qualche cucchiaio di olio d'oliva
Lavare il radicchio sotto il rubinetto, scuotere via l'acqua in eccesso e tagliarlo a metà o in quarti (dipende dalla grandezza). Metterlo in una padella antiaderente con qualche cucchiaio d'olio a fuoco medio-basso, aggiungere sale e pepe a piacere. Farlo stufare per alcuni minuti da una parte e dall'altra. Sempre sul fuoco, girare i pezzi di radicchio dal lato concavo e inserire dei pezzetti di crescenza, coprire con un coperchio, spegnere e lasciar fondere per alcuni minuti.

Questa ricetta permette di mangiare con gusto del radicchio stufato, perché la dolcezza della crescenza smorza l'amaro della verdura e il pepe ravviva il sapore finale.


giovedì 9 febbraio 2012

Zuppa di guarigione tibetana

ZUPPA DI GUARIGIONE TIBETANA

GLI INGREDIENTI:
- 1 cucchiaio di fiocchi di cereali
- 1 cucchiaio di fiocchi d'avena
- 1 cucchiaio di fiocchi di miglio
- 1 cucchiaio di semi di lino interi
- 2 gambe di sedano


(tutti i prodotti devono essere possibilmente tutti bio, no OGM)

PREPARAZIONE:
Si cuociono tutti gli ingredienti in 1 o 2 litri d'acqua, inizialmente a fuoco lento, per circa 1 ora. Quando il tutto inizia a bollire, si aggiungono a poco a poco da 1 a 2 litri di acqua fredda
, proseguendo la cottura. La schiuma bianca che si forma deve essere tolta con la schiumarola. 
La schiuma bianca deve essere accuratamente rimossa durante tutto il procedimento: più grave è la malattia e più accuratamente la schiuma dovrà essere tolta, questo è l'aspetto più IMPORTANTE di questa zuppa.
A questa zuppa non si aggiunge niente, né sale né pepe, ecc. NIENTE! In questo modo, dall'armonia di questa zuppa di guarigione si forma un "vuoto" importante, proveniente dall'assenza di schiuma e di sale.

SI DEVE BERE IL LIQUIDO di questa zuppa chiara (da 2 a 3 litri) nel giro di mezzora/un'ora al mattino. La cosa migliore è berla in una tazza che permetta di inalarne contemporaneamente i vapori.

Bisognerebbe inalare i vapori emanati dalla zuppa, sia durante la cottura, mettendosi al di sopra della pentola, che durante l'assunzione del brodo in tazza. La pentola dovrebbe essere di acciaio cromato (l'alluminio è da evitare in modo assoluto).

Il quantitativo da bere sembra eccessivo, ma il "vuoto", cioè l'assenza di schiuma bianca fa sì che il brodo non resti nello stomaco, ma venga assorbito intensivamente da tutto il nostro corpo. Se la schiuma non viene tolta accuratamente, essa ostruisce le pareti dello stomaco, come fa il caffé macinato nei filtri, che non lascia passare più niente, e il quantitativo di liquido (2 o 3 litri) non potrà perciò essere assorbito. In quel caso, il distacco di materie nocive dal corpo sarà insufficiente e lo bloccheranno di nuovo. 

È bene bere questo brodo di guarigione ad intervalli regolari, nei casi leggeri 2 volte alla settimana, nei casi gravi da 4 a 5 volte alla settimana, una volta al mese, ricominciando la cura a seconda dei risultati.

La sera, si mangiano i fiocchi e i semi di lino. Non si deve assumere nient'altro durante tutto il giorno.

I cereali cotti agiscono sulla digestione, lo stomaco e l'intestino come una scopa che sbarazza perfettamente il corpo da tutti i depositi di materiale residuo, come uno spazzacamino.
 
La cosa essenziale è attenersi strettamente alla ricetta e alle indicazioni, altrimenti l'efficacia rigenerante e detergente perde la sua intensità, poiché non si riesce più ad ottenere l'armonia degli elementi.

Riuscendo a dissolvere tutti i tipi di scorie presenti nel corpo, questa zuppa di guarigione è incontestabilmente uno dei migliori mezzi di guarigione, ed è priva di effetti indesiderati.

Eccellente per i reumatismi e per ogni forma di cristallizzazione. Tutti i depositi del corpo vengono dissolti a poco a poco negli organi, nelle articolazioni, nelle ghiandole, ecc. Alcune persone affette da cancrena non hanno subito amputazioni, e l'itterizia ed ogni sorta di influenza e di febbre hanno così trovato una soluzione. Le persone magre diventano più forti, mentre quelle obese ritornano alla normalità.

Da secoli la zuppa di guarigione, la cui ricetta è stata scoperta in un monastero tibetano ai piedi dell'Himalaya, costituisce la base per la guarigione. Con essa è stato curato ogni tipo di malattia, acuta o cronica, e perfino patologie presenti da decine di anni.



(fonte: il blog di André Nasi e il forum di Rebelle-Santé, post di Maude)

venerdì 9 dicembre 2011

Insalata di verza, indivia e lattuga romana

Oggi ho preparato un'insalata molto semplice, con una verza raccolta nell'orto dei miei, con tutte le sue belle grandi foglie intorno. Per portarmela a casa, ho infilato fra le sue foglie anche della lattuga romana e due cachi, sempre dell'orto.


L'insalata è proprio semplicissima: ho tagliato la verza, la lattuga romana, l'indivia e ho aggiunto olio EVO, aceto balsamico, sale, origano e capperi sotto sale.

lunedì 5 dicembre 2011

Insalata di cavolo verza al balsamico

Ieri mi sono fatta portare una bottiglietta di vero aceto balsamico di Modena, che ho provato oggi in una insalata semplice, con verza dell'orto, qualche cappero sotto sale, alcuni semi di finocchio, olio EV di oliva e sale a piacere e, inoltre, qualche cipollina sott'aceto di un vasetto già aperto, che dovevo finire.

Viene un buon sapore agrodolce. (tranne per le cipolline, che non mi sono piaciute)



mercoledì 30 novembre 2011

Strudel di mele vegan

Ispirandomi alla ricetta macrobiotica "Macro Strudel di Mele" sul sito Olos, ho pensato di preparare una versione personale, usando quello che avevo già in casa e comprando solo dell'uvetta e del latte di riso. Dunque, con quello che mi sono ritrovata in dispensa, ho usato gli ingredienti che indico sotto.
Ne è venuta fuori una ricetta vegana (senza latte vaccino, senza uova, e anche senza zucchero e senza lievito).
Ho usato indicativamente:
  • 125 grammi di farina bianca 00 manitoba
  • 3 cucchiai da minestra di olio extravergine di oliva
  • qualche cucchiaio di latte di riso 
  • 1 pizzico di sale
  • 3 mele golden non molto grandi
  • 3 o 4 cucchiai da minestra di uvetta sultanina
  • 1/2 bicchiere d'acqua
  • 1 cucchiaino di farina di cocco
  • 1 pezzetto di bastoncino di cannella
  • 1 grattatina di scorza di limone
Attrezzi: pirofila in cui lavorare e poi far cuocere il dolce + tavoletta di legno su cui spianare la pasta con il mattarello + 1 pentolino da circa un litro con coperchio per il ripieno + 1 cucchiaio o forchetta per girare il ripieno.
Forno: accensione normale, inizialmente al max, poi quando si inforna a 200°C, per circa 40 minuti a metà altezza.

Per il ripieno:
  • ho sbucciato e tagliato a pezzettini le 3 mele. Le ho messe in un pentolino con coperchio insieme a 3 o 4 cucchiai di uvetta sultanina, 1/2 bicchiere d'acqua, 1 cucchiaino di farina di cocco, 1 pezzetto di bastoncino di cannella e 1 grattatina di scorza di limone. Ho messo su fuoco basso finché si è ammollata la mela, girando di tanto in tanto...
  • Nel frattempo...
Per l'impasto:
  • ho messo la farina, 1 cucchiaio di olio e 1 pizzico di sale nella pirofila e con le mani ho girato un po' il tutto, poi ho versato a poco a poco del latte di riso, sempre impastando a mano, finché ho ottenuto una pasta duretta (un po' come la sfoglia per le tagliatelle). In pratica la pirofila si è "autopulita" con la pasta stessa, passata lungo le sue pareti (un utensile in meno da lavare = riduzione di energia manuale e di acqua). L'idea mi è venuta così, senza averla cercata di proposito... ;-)
  • Ho formato una pallotta e ho messo la pirofila con dentro la palla di pasta così com'era in frigorifero.
Il pentolino bollente con il ripieno, l'ho messo fuori a raffreddare, su un davanzale. Poi ho acceso il forno a temperatura massima.

Una volta che il ripieno è tiepido, quasi freddo, ho abbassato il forno a 200°C, poi ho steso con il mattarello l'impasto il più possibile, su un ripiano di legno. La forma è venuta molto irregolare, diciamo circa 25 x 25 cm, ma non era né un cerchio né un rettangolo. E' andata bene lo stesso ;-).

Ho distribuito due cucchiaiate di olio con le dita sia sul piano che sui bordi della pirofila, poi vi ho adagiato la pasta tirata. Ho distribuito all'interno di essa il ripieno e con le mani ho sigillato alla bell'è meglio i bordi della pasta.

Passati circa 40 minuti, ho visto che lo strudel era diventato marroncino in superficie e sentivo puzza di bruciato... Perciò ho tolto dal forno. In realtà, andava tutto bene, era solo l'odore del poco olio bruciato sulle pareti libere della pirofila... :-P.



All'assaggio, posso dire che è venuto uno strudel buono. L'unica cosa che non farò la prossima volta, sarà aggiungere il cocco, mentre abbonderò un po' di più con la scorza di limone e la cannella. 








lunedì 28 novembre 2011

Zenzero candito

Zenzero cristallizzato
Zenzero candito: portare dolcemente ad ebollizione 1 tazza e 1/3 di zucchero con 1 tazza di acqua, aggiungere 1 tazza di zenzero pelato e ridotto a pezzettini. Far sobbollire a fuoco dolce per 20 minuti. Raccogliere con un mestolo forato i canditi e farli asciugare prima di consumarli.

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