martedì 28 febbraio 2012

Radicchio stufato con crescenza

Radicchio stufato con crescenza




Una ricetta semplice, invece della solita carne.

Ho preso spunto da una ricetta del libro "Inventa Menù: Mangiar Sano" ("Radicchio trevigiano ai tre formaggi") semplificandola con quello che ho in casa.

Come piatto unico consiglio un radicchio per persona.

Ingredienti:
  • radicchio lungo o trevigiano
  • crescenza 
  • sale, pepe nero e qualche cucchiaio di olio d'oliva
Lavare il radicchio sotto il rubinetto, scuotere via l'acqua in eccesso e tagliarlo a metà o in quarti (dipende dalla grandezza). Metterlo in una padella antiaderente con qualche cucchiaio d'olio a fuoco medio-basso, aggiungere sale e pepe a piacere. Farlo stufare per alcuni minuti da una parte e dall'altra. Sempre sul fuoco, girare i pezzi di radicchio dal lato concavo e inserire dei pezzetti di crescenza, coprire con un coperchio, spegnere e lasciar fondere per alcuni minuti.

Questa ricetta permette di mangiare con gusto del radicchio stufato, perché la dolcezza della crescenza smorza l'amaro della verdura e il pepe ravviva il sapore finale.


lunedì 27 febbraio 2012

La dietetica del Tao di medicina


  I medici del Tao hanno sviluppato un regime alimentare:

-Che deve essere efficace nella lotta contro tutte le forme di malattie.
-Che deve adattarsi a tutti: ai giovani come pure a coloro che "si credono anziani"; ai magri, a cui va data la carne, come ai grassi, a cui bisogna far perdere le adiposità; ai sedentari così come agli attivi; a chi svolge lavoro intellettuale così come a chi svolge lavoro manuale.
-Che, pur essendo necessariamente duro, tenga in considerazione la “delicatezza” dell'essere umano sia orientale che occidentale, cioè deve essere limitato nel tempo.

Questo regime alimentare deve essere seguito durante uno o più periodi di 28 giorni, corrispondenti al mese lunare. Ogni periodo è chiamato “tappa”.
Una prima tappa permette di ottenere:
1° L'aggiustamento del peso per una persona grassa. Vale a dire che la prima tappa comporta sempre una certa perdita di peso, minima per i magri, alta per le persone grasse. 
2° Un grande miglioramento rispetto a varie malattie. Già in questa fase possono ad es. scomparire i reumatismi e l'artrite.
Dopo questa prima tappa, è consentito perseverare e continuare il regime se se ne ha la forza. Ma diversamente, è anche possibile riprendere la vita "normale" e, malgrado ciò, la maggior parte dei risultati ottenuti dureranno. Se, qualche tempo dopo, si sente ancora di essere malati o se, nel caso di una cura dimagrante, il peso aumenta di nuovo, è consigliabile iniziare la seconda tappa.
Questa seconda fase permette di ottenere: 
1° Un aggiustamento di peso per tutti. Le persone grasse continuano a perdere peso, mentre quelle magre cominciano non ad ingrassare ma ad "irrobustirsi". 
2° La scomparsa totale di malattie come artrite e reumatismi. Anche le emorroidi cominciano a scomparire in questa fase. 
3° Una grande attenuazione dei mali che interessano i seguenti organi: cuore, stomaco, intestino e, nelle donne, utero.
Una terza tappa, immediatamente dopo la seconda o successivamente, permette di ottenere:
1° Un peso del corpo perfetto. 
2° Un aspetto giovanile, a prescindere dall'età. La scomparsa della maggior parte delle malattie organiche.
Per i pazienti nervosi, solitamente è necessaria una quarta tappa per recuperare il loro equilibrio.
Precisazioni: Si consiglia di abbinare il primo giorno di ogni tappa con quello di Luna nuova. A chi inizia una tappa e si sente pervadere dallo scoraggiamento, si raccomanda di non insistere, di riprendere la dieta normale e di aspettare che gli venga il desiderio di seguire questo regime alimentare. Si raccomanda vivamente di non sottomettervisi a malincuore. Il termine stesso "sottomettersi" va evitato. Le tappe della dieta del Tao devono essere portate a termine da esseri liberi, che accettano deliberatamente lo sforzo che chiedono a se stessi. Anche in questo caso, accettazione non significa assolutamente rassegnazione. Precisiamo inoltre che durante i primi giorni il regime è molto difficile per chi non abbia già sperimentato una disciplina severa in questo campo. Tuttavia, non dimenticate: è limitato nel tempo.
Ecco in cosa consiste una tappa di ventotto giorni.
Primo giorno (che normalmente dovrebbe coincidere con il primo giorno di Luna nuova): ci si alza, si fa colazione e pranzo come al solito. Ma non si fa la cena, senza tuttavia andare a letto prima del solito. È invece necessario mantenere al massimo la vostra attività, in particolare quella fisica.
Secondo giorno: sveglia alle sette o più tardi. Per prima cosa, bevete mezzo bicchiere d'acqua, non troppo fredda. Se sentite il bisogno di andare di corpo, fatelo subito. In caso contrario, fate un po' di ginnastica: ovviamente si consiglia quella del Tao. Comunque, è importante che intercorra un periodo di tempo uguale o superiore ad un quarto d'ora tra l'istante in cui bevete il mezzo bicchiere d'acqua e quello in cui consumate la prima colazione.
Si consiglia di:
1° Non mangiare distrattamente.
2° Qualunque sia il cibo assorbito, masticare con cura i primi bocconi.
3° Alzarsi da tavola con una leggera sensazione di fame.
Gli elementi della prima colazione saranno scelti tra i seguenti piatti:
Farina d'avena, grano saraceno, frumento, mais, miglio, sotto forma di pappe o di gallette. Semola di frumento o di mais. Pane, preferibilmente pane integrale. Una mela se volete, ma nessun altro frutto.
Non dovete bere nulla, in nessun caso.
A pranzo, osservate gli stessi principi: masticate con cura i primi bocconi, alzatevi da tavola con una leggera sensazione di fame. E scegliete tra i seguenti alimenti quali includere nei vostri pasti:
Olive nere (mai più di tre o quattro). Rape (due o tre). Carote crude o cotte. Porri. Sedano rapa o sedano a coste. Cavolfiore (in quantità molto piccole; eliminatelo se di solito non lo digerite). Cavolo verde (stesso commento). Riso comune (solo in insalata). Riso integrale. Spinaci, scorzonera, pasta (se possibile, fatta in casa e senza uova). Lenticchie, fagiolini (in piccole quantità). Come dessert: crostate (solo di mele). Bignè cinesi al vapore. Mele. Castagne (se le digerite). Se si vuole mangiare un'insalata, limitatevi all'insalata di riso bianco accennata in precedenza, al crescione, al porro, al sedano e alle carote crude grattugiate. Eventualmente del dente di leone e della cicoria. Come condimenti e spezie è possibile utilizzare i seguenti prodotti: sale marino grezzo, cumino, timo, alloro, noce moscata, rosmarino, finocchio, prezzemolo, aglio, cipolla, scalogno, prezzemolo o cerfoglio, olio d'oliva.
Raccomandazione importante: non si deve mangiare nessun dolce, nessun frutto se non le mele. Il cibo sarà preparato preferibilmente al vapore. Se la natura del cibo rende impossibile questo metodo di cottura, verrà preparato, in ordine decrescente di preferenza: alla griglia o saltato in padella (in pochissimo olio) oppure bollito. Ogni volta che vi sarà possibile e se il vostro stomaco lo tollera, il cibo crudo è da preferire. Sottolineiamo che tutti questi alimenti devono essere assunti in piccole quantità e dovete sentire una leggera sensazione di fame dopo il pasto. Un'altra raccomandazione: per quanto possibile, cuocete i cibi a fuoco lento, con poco sale. Aggiungete il sale che manca poco prima di servire.
A cena, si sceglierà ancora tra gli stessi cibi. Si potrà inoltre mangiare una zuppa a base di porri, di carote, di cipolle o di sedano, ma molto densa e resa ancora meno fluida con l'aggiunta di farina di grano saraceno o di frumento. La cena sarà significativamente più leggera del pranzo.
Ma, direte voi, e bere?
Ovviamente, è qui che il gioco si fa duro: non è consentito bere durante i pasti. Dovrete aspettare come minimo un quarto d'ora prima di ingerire un po' di liquidi dopo il pranzo o la cena. Quantità: una tazza. La bevanda deve essere preferibilmente calda, ma non troppo: un infuso, se possibile: tiglio, menta, cicoria o tè molto leggero. Assolutamente vietati caffè o alcool. Se siete del tutto refrattari agli infusi, bevete al limite un mezzo bicchiere di acqua pura o con un po' di vino rosso, non troppo fredda. A metà pomeriggio, lontano dai pasti, bevete una bella tazza o un bicchiere della vostra bevanda, e bevetela lentamente. E ricordate questo: non zuccherate mai questa bevanda. In tutto il mese, lo zucchero dovrebbe essere sostanzialmente escluso dalla vostra dieta.
Ora, un avvertimento: è possibile che decidiate di seguire questo regime “in una certa misura”. Sarebbe assurdo, perché questo regime alimentare è un tutt'uno. Ma in ogni caso, se si sceglie di bere il meno possibile, come richiesto da questo regime, non mangiate carne, né pesce, né uova, che comporterebbero dei rischi gravi per la salute. La privazione parziale di liquidi e l'assunzione di proteine animali si combinano davvero male insieme.
Questa dieta, così com'è, deve durare 28 giorni. Idealmente, si dovrebbe assumere il 25% di verdure verdi e il restante 75% di cereali e legumi secchi. Trascorso il periodo di 28 giorni, è possibile riprendere le vecchie abitudini alimentari fino a quando non si senta il desiderio o la necessità di riprendere la cura. In quest'ultimo caso, vi consigliamo di tornare alle vecchie abitudini gradatamente. L'assunzione massiccia durante i primi giorni di cibi zuccherati o derivati da animali e l'abbondanza di liquidi distruggerebbero tutti i vostri successi. Non fate troppo affidamento su latte e latticini, tra cui il celebre yogurt. Piuttosto, preferite a quest'ultimo del vero formaggio.
Che sia ben chiaro: se decidete di “sottomettervi” alla dieta suggerita qui, dovete ricordare che TUTTI i prodotti alimentari non menzionati sono vietati per un periodo di 28 giorni. Dobbiamo anche avvertire di quanto segue: nei primi giorni, è possibile e addirittura probabile che abbiate qualche reazione sgradevole:
1° Costipazione, a causa della disidratazione e del volume ridotto di cibo ingerito. Non vi è alcun pericolo, grazie all'assenza di qualsiasi proteina animale. Bisognerà aspettare e lo svuotamento intestinale tornerà alla normalità, con feci inodori.
2 ° La sensazione di sete rende per qualche giorno irritabili e pessimisti. Presto tutto si metterà a posto.
3 ° Il sonno notturno tende, sempre all'inizio, ad essere più pieno di sogni. Anche questo scomparirà molto rapidamente.
4 ° L'urina tornerà alla normalità dopo una settimana o due, ma rimarrà piuttosto scura che chiara.
Infine, tre importanti osservazioni:
-È quasi impossibile per un fumatore adottare un regime così disidratato.
-Nessun farmaco, ad eccezione di quelli omeopatici, può essere assorbito in quei 28 giorni, salvo ovviamente casi di forza maggiore.
-Prima di adottare questo regime, è necessario chiedere il parere del proprio medico.
È possibile, persino probabile, che le persone che leggeranno queste righe non troveranno questo regime molto eccitante. Ma comunque, che lo seguiate o meno, vi proponiamo un "trucco" che, con o senza dieta, aumenterà considerevolmente la vostra vitalità. Questo procedimento è usato dai famosi "messaggeri" tibetani, capaci di camminare e perfino di correre per giorni senza riposarsi. Queste persone si mettono certamente in uno stato di auto-ipnosi prima di iniziare le loro lunghe camminate, ma fanno anche questo:
-Prendere del sesamo decorticato. Farlo leggermente rosolare in padella mescolando continuamente. Poi ridurlo in farina in un mortaio.
-Prendere del sale grosso, preferibilmente marino, ridurlo in polvere e saltarlo in padella.
Mescolare i due prodotti nella proporzione di un cucchiaio di sale ogni quattro di sesamo.
(Si possono macinare i semi di sesamo in un macinacaffè elettrico). Inoltre il sesamo può, al limite, essere sostituito con il miglio, ma in quest'ultimo caso, il miglio verrà solo leggermente tostato o rosolato.
Quando ci si sente stanchi, o prima di iniziare un lavoro faticoso, prendere l'equivalente di un cucchiaio da minestra della miscela di sesamo e sale e mettersela in bocca, preferibilmente a stomaco vuoto. Poi, ci si alza in piedi, tenendo le braccia aperte. Rimanere in questa posizione finché si sente fastidio o un po' di male alle spalle; bastano pochi minuti se la persona è fuori allenamento per questo esercizio. Durante questo tempo, masticare, impastare la miscela, ma senza deglutire. Inghiottirla solo quando le braccia saranno ricadute lungo il corpo. Tutto qui. Non siamo in grado di spiegarvi come mai questa “asana” combinata con l'assunzione di una miscela di sale e di sesamo aumenti le forze e combatta la fatica, ma è un dato di fatto derivato dall'esperienza, esperienza che vi sarà facile provare.
La dietetica del Tao costituisce di per sé un vero e proprio sistema medico completamente naturale. Oggi come in passato viene utilizzato in Cina e nei paesi vicini con un innegabile successo.
(fonte: sito web Méditation Tchan )

domenica 26 febbraio 2012

Le ricette della Dott. Luciana Varvello: ZUCCA

 Le ricette della Dott. Luciana Varvello: ZUCCA

ZUCCA (famiglia delle Cucurbitacee)

Ortaggio a tutti noto, adatto ai convalescenti, ai dispeptici, ai vecchi, a chi soffre di stitichezza; nociva alle persone dallo stomaco debole, a chi conduce vita sedentaria, a chi è soggetto a flatulenze e a disturbi intestinali. Per eliminare il verme solitario; decorticare semi di zucca (meglio se freschi) e mangiarli così come sono, oppure pestarli in mortaio e trasformarli in pasta o in emulsione (g 50-60 di semi mondati, cioè circa 200 semi interi): per persone adulte si pestano in mortaio con g 20 di zucchero o di miele e g 160 di acqua aromatizzata con corteccia di arancio o di limone. Questa emulsione va somministrata a digiuno (anche per due giorni di seguito); un'ora dopo si dà una purga di olio di ricino. Per i bambini la dose è di g 40-50 di semi mondati, impastati con zucchero o miele, come un dolce.


Tisana per abbassare la pressione del sangue della Dott. Carstens

Per abbassare la pressione sanguigna la Dott. Carstens suggerisce di bere per qualche settimana questa pozione:

  • 2 cucchiaini da té di foglie di vischio
  • 2 cucchiaini da té di aceto di mele
  • (facoltativo) 1 cucchiaino da té di miele
Mettere tutto in una grande tazza di acqua fredda e lasciare a bagno per 8 ore.

La mattina seguente colare e bere a sorsi durante tutto il giorno. Non scaldare!


(fonte: Natur und Medizin, 03/2004 e Chefkoch)

Come bevo il vischio

100 gr di vischio in un piattino da thé

Ho deciso di mostrarvi alcune immagini (perdonate la scarsa qualità) e di dirvi anche l'odore, il sapore e l'effetto che ha su di me il vischio macerato a freddo.

Ho acquistato i rametti secchi di Viscum Album in taglio tisana (TT).

Lo preparo così: la sera metto un pizzico di rametti di vischio in una tazzina da caffé, che riempio con acqua fredda.

il mio pizzico di vischio in una tazzina da caffé
La mattina colo il tutto e lo bevo a digiuno. Questa è la dose per me. Ne ho preparato un quantitativo appena maggiore, ma ho notato dopo 10-15 minuti una sorta di fastidio alla testa, come un suono interno. Il vischio infatti è deputato anche alla cura del tinnito e del capogiro, che a me invece sembra indurre. Immagino che sia dovuto al fatto che io ho già la pressione bassa e, anche se il vischio la dovrebbe regolarizzare, evidentemente il suo effetto è già così potente su di me che me ne basta pochissimo. Questa esperienza mi sta insegnando che, una volta finito il mio pacchetto, farei meglio a continuare ad assumerlo in via omeopatica (non in tintura madre, che rimane sempre una concentrazione maggiore).


Non è da molto che lo sto bevendo (solo alcune settimane) e al momento non sento ancora nessun effetto particolare. Lo sto bevendo per migliorare il mio metabolismo e ho letto che servono anche dei mesi prima di vedere i risultati. Mi ha stimolato a provare l'eccellente libro di Maria Treben: La Salute dalla Farmacia del Signore, Ennsthaler Verlag, Steyr, dove se ne riporta l'uso per problemi cardiaci e circolatori, diabete, disturbi ghiandolari, ecc.

Dalle foto si dovrebbe notare il colore dei rametti: verde abbastanza chiaro, a volte giallo. Quando metto l'acqua nella tazzina, l'acqua si ingiallisce leggermente.

dettaglio del vischio secco in taglio tisana
L'odore e il sapore: i rametti secchi non rilasciano un odore particolare e il macerato è praticamente insipido; questo permette di ingerirlo con facilità.

Questa è la mia piccola esperienza. Ovviamente, ciascuno è libero di farsi la propria opinione e di scegliere se provare ad usare il vischio o meno. Ciascuno si deve ritenere il responsabile ultimo della propria salute.


sabato 25 febbraio 2012

Le ricette della Dott. Luciana Varvello : VISCHIO o VISCO





Le ricette della Dott. Luciana Varvello : VISCHIO o VISCO

VISCHIO o VISCO (famiglia delle Lorantacee)

È uno strano arbusto, alto cm 20-50, che pianta le sue vigorose radici nel legno dei peri, dei meli, dei susini, dei mandorli e ne assorbe le linfe. Fiorisce da marzo a maggio.

Proprietà curative: le foglie del vischio hanno proprietà moderatrici della pressione sanguigna. Vengono usate con vantaggio in decotto (g 70 per un litro di acqua da bere a tazze) contro l'arteriosclerosi, l'ipertensione, l'emottisi, nei disturbi della menopausa, nel morbo di Bright, contro le nefriti croniche e l'epilessia. La polvere va somministrata nella dose di g 1-1,50 nella giornata. Macerazione nel vino bianco (g 30-40 per litro): 30 g al giorno. Dai frutti si estrae il vischio che, unito a uguali quantità di cera vergine e acquaragia, costituisce un cataplasma che giova a maturare e risolvere ascessi e ulcere. Il decotto è utile nella cura dei geloni e delle screpolature della pelle.

 

Le ricette della Dott. Luciana Varvello : VIOLA DEL PENSIERO

VIOLA DEL PENSIERO (famiglia delle Violacee)

Fiorisce dalla primavera all'autunno. I fiori e le foglie hanno proprietà depurative, antierpetiche, cicatrizzanti. Infuso: g 10 di fiori e foglie in g 250 di acqua; lasciare a macero tutta la notte; al mattino portare all'ebollizione per un minuto, aggiungere g 100 di latte zuccherato e somministrare a digiuno.

Le ricette della Dott. Luciana Varvello: UVA URSINA

Le ricette della Dott. Luciana Varvello: UVA URSINA

UVA URSINA (famiglia delle Ericacee)

È pianticella legnosa, con fusti in parte sdraiati sul terreno, in parte eretti, con fiori piccoli, bianchi o rosei, che spuntano dopo le foglie da giugno a luglio e formano, da cinque a dodici, dei piccoli grappoli penduli. Si trova nelle zone montane e submontane delle Alpi e degli Appennini, specialmente in luoghi sassosi e incolti. Il frutto è una bacca rossa non mangereccia.

Proprietà curative: le foglie hanno proprietà diuretiche, antisettiche, antiputride. Sono particolarmente usate contro le infiammazioni delle vie urinarie, in forma di polvere (g 0,50-2), di infuso (g 5 in g 100 di acqua), di decotto (g 20 in g 250 di acqua riducendo a metà il liquido con l'ebollizione). 


venerdì 24 febbraio 2012

Le ricette della Dott. Luciana Varvello : TASSO BARBASSO

 Le ricette della Dott. Luciana Varvello : TASSO BARBASSO

TASSO BARBASSO (famiglia delle Scrofulariacee)

Pianta erbacea di color verde-giallastro rivestita di fitti peli stellati, fiori gialli con calice tubolare e corolla a ruota, disposti in lunga pannocchia. Cresce fra i ruderi e nei luoghi incolti. L'infuso (g 30 di foglie in un litro d'acqua) è di gradevole sapore e serve contro i catarri bronchiali acuti e cronici. Bisogna filtrarlo prima dell'uso. Il decotto (g 30 di foglie in un litro d'acqua) è indicato per detergere ferite e piaghe e per clisteri emollienti. 



Le ricette della Dott. Varvello : TANACETO

 Le ricette della Dott. Varvello : TANACETO

TANACETO (famiglia delle Composite)

Pianta odorosa, dalle grandi foglie dentate, che cresce nei luoghi freschi e boschivi della montagna.

Proprietà curative: tenifughe e vermifughe. Si usano l'infuso (g 10-20 di fiori in g 200 di acqua) e la polvere (g 2-5 incorporata con marmellata) contro la tenia e i vermi intestinali. Il tanaceto è pianta velenosa e va usata internamente con prudenza. 


Le ricette della Dott. Luciana Varvello: SOIA

 Le ricette della Dott. Luciana Varvello: SOIA

SOIA (famiglia delle Leguminose)

Il frutto è un baccello vellutato, della lunghezza di 4-6 cm e contenente da due a cinque semi. La soia è originaria dell'Oriente, ma si coltiva anche in Italia per i semi e come pianta foraggera. Con i semi si prepara un pan di soia molto nutritivo, assai povero di carboidrati e molto adatto per i diabetici.
 



giovedì 23 febbraio 2012

Le ricette della Dott. Luciana Varvello : SALSAPARIGLIA

Le ricette della Dott. Luciana Varvello : SALSAPARIGLIA

SALSAPARIGLIA (famiglia delle Liliacee)

Nelle regioni mediterranee cresce la salsapariglia che ha solo una leggera proprietà sudorifera; la pianta che invece ha energiche proprietà sudorifere e depurative cresce nel Messico, in Brasile, nell'America centrale.

Proprietà curative: decotto di salsapariglia g 20 della pianta tagliuzzata molto bene, acqua litri 2. Da bere in due-tre mattine sorseggiando lentamente. È un rimedio popolare contro le malattie della pelle (cura primaverile). 


Le ricette della Dott. Luciana Varvello : ROSA CANINA

 Le ricette della Dott. Luciana Varvello : ROSA CANINA

ROSA CANINA (famiglia delle Rosacee)

È la rosa selvatica o di macchia che tutti conoscono. I fiori vanno raccolti prima che siano completamente sbocciati e fatti essiccare rapidamente. L'infuso di petali di rose (g 15 in un litro d'acqua) al quale si siano aggiunti un po' di sena e di zucchero è un buon purgante. L'infuso dei frutti serve bene contro i calcoli renali e vescicali, la renella, il mal di reni. Conserva di rose: petali di rose rosse polverizzati g 15, acqua di rose g 25, zucchero in polvere g 100, glicerina g 7. Stemperare bene la polvere di rose nell'acqua, aggiungere la glicerina e lo zucchero. Dosi: g 5-20 due o tre volte al giorno. Sciroppo di rose: petali secchi g 50, acqua bollente g 750, zucchero g 1400. Lassativo per i bambini. Infuso di rose: petali di rose g 25, acqua g 100. Per gargarismi. 



Le ricette della Dott. Luciana Varvello : RIBES NERO

 Le ricette della Dott. Luciana Varvello : RIBES NERO

 RIBES NERO (famiglia delle Sassifragacee)

Arboscello coltivato per i suoi frutti che, mangiati moderatamente, sono stimolanti, lassativi, diuretici. Cresce spontaneo in luoghi umidi e ombrosi, nell'Italia settentrionale. Ai sofferenti di gotta, di affezioni al fegato e di stitichezza giova molto la cura del ribes. Il suo succo è utile nelle infiammazioni gastro-intestinali, nelle ostruzioni viscerali, nelle irritazioni delle vie urinarie. La conserva di ribes è rimedio indicato contro le ustioni (spalmata e applicata su panni di tela).

mercoledì 22 febbraio 2012

Le ricette della Dott. Luciana Varvello : QUERCIA

Le ricette della Dott. Luciana Varvello : QUERCIA

QUERCIA (famglia delle Fagacee)

Albero maestoso largamente diffuso anche in Italia nelle sue diverse varietà: quercia comune, peduncolata, sessiliflora, lanuginosa. Questi alberi raggiungono la rispettabile altezza di 15-20 metri e molti secoli di vita.

Proprietà curative: sono contenute in tutte le sue parti: legno, corteccia, foglie, ghiande. Le foglie si raccolgono in giugno nel momento in cui sono ricche di linfa; le ghiande in autunno, quando sono ben mature; la corteccia va tolta ai rami giovani di due o tre anni, in maggio, prima della fioritura. Il decotto di corteccia (g 10 di corteccia seccata e polverizzata in 200 di acqua; da prendersi un cucchiaino ogni ora) è un ottimo rimedio contro la diarrea, gli avvelenamenti da tabacco, nelle emorragie gastro-intestinali, nello sputo di sangue. È di grande utilità per gargarismi nelle infiammazioni della bocca e della gola, per applicazioni esterne contro le emorroidi, i geloni, il sudore dei piedi e delle ascelle. Consigliabile anche il vino di quercia, secondo queste dosi: g 10 di corteccia, g 10 di acido cloridrico medicinale e un litro di vino rosso (lasciare a macero per sei giorni). Ed ecco un colluttorio di quercia per rassodare le gengive: un pugno di foglie messe in infuso in mezzo litro di vino addolcito con miele. Come cura del gozzo al suo primo apparire: impacchi di decotto di scorza, cambiati rapidamente perché non abbiano il tempo di scaldarsi; prendere inoltre tre cucchiai del decotto durante la giornata, con miele e sciroppo. Consigliabile anche l'infuso (versare g 15 di corteccia di quercia in un litro di acqua bollente) per lavaggi frequenti contro la sudorazione eccessiva delle ascelle e dei piedi.

Le ricette della Dott. Luciana Varvello : POLMONARIA

 Le ricette della Dott. Luciana Varvello : POLMONARIA

POLMONARIA (famiglia delle Borraginacee)

Pianta erbacea perenne le cui foglie oblunghe sono coperte da numerose macchiette bianche che ricordano lontanamente un polmone tubercolotico. Si trova nei boschi e nei pascoli umidi, nei luoghi ombrosi e freschi delle zone montane e submontane di tutta l'Italia continentale. I fiori quando sbocciano sono rossi, dopo due o tre giorni diventano viola; sono raccolti in mazzi un po' inclinati. La pianta va colta quando è in fioritura, cioè in aprile-maggio, e adoperata come emolliente, astringente e pettorale contro la tosse, i catarri, la raucedine, gli sputi sanguigni. Infuso o decotto: g 20-30 di sommità fiorite e foglie in un litro d'acqua. Di gusto gradevole e di effetto è poi il succo spremuto delle foglie (3-4 cucchiai al giorno) con l'aggiunta di un po' di miele. 


Le ricette della Dott. Luciana Varvello : POLIPODIO

Le ricette della Dott. Luciana Varvello : POLIPODIO

POLIPODIO (famiglia delle Polipodiacee)

È una piccola felce che cresce comunemente sui tronchi e ai piedi degli alberi, nei luoghi freschi. Si usa il suo rizoma che è orizzontale, coperto di squame brune e dal sapore prima dolciastro, poi amarognolo. La sua azione è decongestionante del fegato e diuretica. Può giovare somministrato agli ammalati di itterizia, di stitichezza cronica con scarsa funzionalità del fegato. Si usa in polvere (g 1 per dose, due-quattro volte al giorno) o in decozione (g 30-60 in un litro d'acqua con l'aggiunta di zucchero). Ecco una tisana efficace per i malati di stitichezza cronica che lamentano scarsa funzionalità del fegato: polipodio rizoma g 20, radice contusa di liquirizia g 10, radice di angelica g 5, acqua g 200. Bisogna far bollire nell'acqua il polipodio per 15 minuti; poi aggiungere la liquirizia e l'angelica e lasciare a macero per 13 ore; filtrare con un panno; addolcire con miele. Da bersi il mattino a digiuno.


martedì 21 febbraio 2012

Le ricette della Dott. Luciana Varvello : PARIETARIA

Le ricette della Dott. Luciana Varvello : PARIETARIA

PARIETARIA (famiglia delle Mirtacee)

È una pianta erbacea dal fusto eretto, spesso legnoso alla base, alto cm 30-70, con fiori color verdastro che crescono sul fusto senza picciuolo. Non ha quasi odore e ha sapore salato per il salnitro che contiene. Cresce fra le macerie, per cui è chiamata dal popolo anche fora-muro.
Proprietà curative: molto notevoli quelle diuretiche a causa dell'alta percentuale di nitrato di potassio contenuta nella parietaria. Si usa tutta la pianta, che viene raccolta all'epoca della fioritura, nelle malattie delle vie urinarie (idropisia, cistite, nefrite, renella, ecc.). L'infuso (g 10 della pianta secca in un litro d'acqua bollente) è molto adatto, oltreché nelle malattie delle vie urinarie, in quelle dei polmoni e nelle bronchiti, come espettorante. Se ne corregge il sapore sgradevole con scorza di arancio o di limone e un po' di zucchero. 
Consigliabile l'uso del succo estratto dalla pianta fresca (g 30-100 al giorno, in 3-4 volte). La polvere impastata con miele serve come espettorante nella tosse. Contro le ragadi, i tumori infiammati, i foruncoli, sono consigliabili i cataplasmi di parietaria.


Le ricette della Dott. Luciana Varvello : OLMO

 Le ricette della Dott. Luciana Varvello : OLMO 

OLMO (famiglia delle Ulmacee)

Proprietà curative: cicatrizzanti sono quelle della corteccia che si usa in decozione e in empiastro contro le malattie della pelle. Il decotto (g 65 di scorza in un litro d'acqua ridotto a g 500 con l'ebollizione), zuccherato, va preso in due-quattro tazzine al giorno contro l'eczema e le impetigini. L'unguento e l'empiastro si preparano facendo cuocere a fuoco lento la scorza polverizzata finemente con grasso di maiale e vanno usati per applicazioni esterne contro le malattie della pelle.




Le ricette della Dott. Luciana Varvello : NOCE

 Le ricette della Dott. Luciana Varvello : NOCE

NOCE (famiglia delle Iuglandacee)

Magnifica pianta originaria della Persia e del Caucaso, oggi coltivata in tutta Italia. Oltre a dare frutti assai apprezzati quest'albero è benefico per molte ragioni.

Proprietà curative: l'olio di noce è eccellente commestibile; inoltre viene usato con vantaggio nella cura delle impetigini. Il succo delle foglie e del mallo astringente serve molto bene contro piaghe e bitorzoli. L'infuso delle foglie (g 20 in un litro d'acqua), se somministrato nella quantità di quattro tazze al giorno, è un utile rimedio nella cura della scrofola. Sulle ulcere scrofolose vanno bene i cataplasmi di foglie applicati contemporaneamente all'infuso ingerito. Contro i catarri uterini e vaginali, contro la leucorrea e come detersivo nelle piaghe e nei seni fistolosi, usare la decozione di foglie (g 50 in un litro d'acqua). Sempre la decozione è consigliabile in bagni caldi per i bambini deboli e scrofolosi, di fragile costituzione scheletrica. E come trascurare l'ottimo liquore, il nocino? Si prepara così: g 250 di noci ancora verdi e tenere, ben pestate, messe a macerare in g 250 di alcool e g 250 di acqua per 40 giorni in un recipiente di vetro chiuso e lasciato al sole. Filtrare e aggiungere g 250 di zucchero. Per chi voglia preparare un'ottima tintura per capelli, di colore castano-scuro: decotto di mallo di noce al 20% g 200, alcool g 70, acqua di colonia g 30. Filtrare bene. Lavare i capelli con una lozione alcalina (o un sapone alcalino), ripassarli con alcool; asciugarli in fretta e applicare la tintura con un pettine fitto dopo averci versato qualche goccia di ammoniaca. Per tingere i capelli di nero trovano utile applicazione i malli freschi.



lunedì 20 febbraio 2012

Le ricette della Dott. Luciana Varvello : NEPETELLA

NEPETELLA (famiglia delle Labiate)

Pianta alta cm 30-60 con foglie romboidali, peduncoli con 12-15 fiori dalla corolla azzurrastra, cresce in Italia settentrionale, comune nei luoghi esposti al sole.
Serve la pianta in fioritura. L'infuso (g 15-20 in un litro d'acqua) è utilissimo nell'insonnia, nei crampi di stomaco, nelle difficoltà di respiro, nell'idropisia, per le sue proprietà sedative e diuretiche. È anche usato come regolatore delle mestruazioni.

Le ricette della Dott. Luciana Varvello : MELOGRANO

 Le ricette della Dott. Luciana Varvello : MELOGRANO

MELOGRANO (famiglia delle Mirtacee)

Pianta molto nota, di origine africana, coltivata in tutta la zona mediterranea. Tutte le sue parti contengono molto tannino, sono perciò astringenti. L'infuso di fiori (g 20 per litro d'acqua) serve bene contro le diarree croniche. Lo stesso effetto ha il decotto della corteccia del frutto. La polpa dei grani è diuretica e viene anche adoperata per preparare bibite, gelatine e sciroppi rinfrescanti e dissetanti. 

 

Le ricette della Dott. Luciana Varvello : MARASCA o MARENA

Le ricette della Dott. Luciana Varvello : MARASCA o MARENA

MARASCA o MARENA (famiglia delle Rosacee)

È una varietà di ciliegio i cui frutti, oltre che essere squisiti ingeriti freschi, servono a confezionare marmellate, liquori, ecc. Nella medicina popolare i peduncoli di queste ciliegie che hanno sapore amarognolo e astringente servono a preparare una decozione diuretica e rinfrescante (g 30 in un litro d'acqua).


domenica 19 febbraio 2012

Le ricette della Dott. Luciana Varvello : MALVA

Le ricette della Dott. Luciana Varvello : MALVA

MALVA (famiglia delle Malvacee)

È pianta erbacea annua molto nota. Cresce nei luoghi erbosi, sul margine delle strade, fra i ruderi.
Proprietà curative: emolliente, addolcente, leggermente lassativa.
L'efficacia della malva è sperimentata contro le infiammazioni delle vie respiratorie e urinarie. Usata anche in gargarismi, tisane, lavande, bagni, lozioni. Per tisane e sciroppi, occorre usare radici fresche (si possono avere fresche tutto l'anno). I fiori e le foglie vanno raccolti in luglio-agosto e seccati al sole. Ricordare che i fiori si seccano meglio in locali ventilati e asciutti. L'infuso (g 15-20 di fiori o di foglie in g 100 di acqua) è benefico come calmante della tosse e in tutti i casi di infiammazione dello stomaco, dell'intestino, dei reni e nella stitichezza ostinata. L'infuso di fiori, rinfrescante, serve come colluttorio e gargarismo nelle angine, contro le afte, come bevanda nella blenorragia. Il decotto di foglie è specialmente utile per bagni, clisteri, irrigazioni.
Il cataplasma di foglie è consigliabile nei casi di infiammazione acuta delle gengive e della pelle e come risolvente di tumori e paterecci. 


Le ricette della Dott. Luciana Varvello: LIQUIRIZIA

Le ricette della Dott. Luciana Varvello: LIQUIRIZIA

LIQUIRIZIA (famiglia delle Leguminose)

È pianta spontanea che cresce particolarmente nell'Italia meridionale e in Sicilia. 
Proprietà curative: sono offerte dalla radice che ha qualità emollienti e pettorali. La radice è venduta a fascetti che si masticano volentieri. Modo di usare la radice per tisane in sostituzione dello zucchero: farne macerare g 10-50 in un litro d'acqua, per sei ore dopo averla ben contusa (non bisogna usarla in decotto perché l'ebollizione la rende amara).

La polvere di liquirizia serve in farmacia per preparare la "polvere di liquirizia composta" (zucchero bianco g 50, radice di liquirizia polverizzata g 15, senna polvere g 15, frutti polverizzati di finocchio g 10, zolfo sublimato e lavato g 10). Prendendo un cucchiaino da caffé della polvere sospesa in acqua prima di coricarsi si ottiene un buon effetto lassativo.

Le ricette della Dott. Luciana Varvello : LICOPODIO

Le ricette della Dott. Luciana Varvello : LICOPODIO

LICOPODIO (famiglia delle Licopodiacee)

È questa un'erba perenne, reperibile nei boschi e nei pascoli umidi delle Alpi e degli Appennini, che può raggiungere la lunghezza di un metro, con numerose foglioline lineari, lanceolate, dentellate ai margini. Le sue spore forniscono la droga che è una polvere molto fine, di un color giallo pallido, inodora e insipida, molto mobile e leggera. Questa polvere viene usata particolarmente nell'igiene infantile.



sabato 18 febbraio 2012

Le ricette della Dott. Luciana Varvello : LAPAZIO

Le ricette della Dott. Luciana Varvello : LAPAZIO

LAPAZIO (famiglia delle Poligonacee)

Erba perenne, alta circa un metro, comunissima in zone alpine, nei prati e nei pascoli umidi, oppure sul bordo di corsi d'acqua che ne portano a valle i semi. Ha radice a fittone, foglie tenere, larghe e appuntite, di colore verde molto delicato. I fiori, riuniti a piccoli grappoli, sbocciano in giugno e in luglio. Le sue foglie sono commestibili, e in alcuni paesi di montagna vengono condite e cotte come gli spinaci. Spinaci selvatici è infatti una comune denominazione di queste erbe. La radice, raccolta in primavera, detersa dal terriccio senza ricorrere al lavaggio ed essiccata al sole, possiede proprietà curative contro le malattie del fegato e della pelle come decotto (g 20 di radice bollita in un litro di acqua, filtrare il liquido e berne tre tazzine al giorno) e contro le ulcere varicose come impacco (g 6 di radice in una tazza di acqua bollente di cui si imbevono poi faldine di cotone idrofilo).



Le ricette della Dott. Luciana Varvello : KARKADÉ

Le ricette della Dott. Luciana Varvello : KARKADÉ

KARKADÉ (famiglia delle Malvacee)

La droga è fatta dai sepali rossi, seccati, del calice dell' "hibiscus sabdariffa", una grossa pianta originaria dell'India e coltivata nelle zone equatoriali.
Proprietà curative: i sepali hanno proprietà dissetanti a causa dell'acido citrico che contengono e proprietà rinfrescanti e diuretiche dovute all'acido tartarico. Il loro decotto è emolliente e sudorifero. Hanno anche notevoli proprietà curative antiscorbutiche e antinfettive (contengono infatti acido ascorbico e vitamina C). L'infuso (un cucchiaino di sepali in 100 g di acqua) è noto come bibita rinfrescante, diuretica, digestiva e sudorifera, adatta a tutti. 





Le ricette della Dott. Luciana Varvello : ISSOPO

Le ricette della Dott. Luciana Varvello : ISSOPO


ISSOPO (famiglia delle Labiate)

È una pianta che cresce spontaneamente nei luoghi sassosi e soleggiati. Molto aromatica. Se ne usano le foglie raccolte prima della fioritura e le sommità fiorite, nelle digestioni difficili, nelle inappetenze e come espettorante specie nel catarro dei vecchi. L'infuso (g 20-50 di sommità fiorite e foglie tagliuzzate in un litro d'acqua) da bersi in 3-5 tazzine al giorno è un ottimo espettorante, utile anche contro l'asma, le bronchiti, le affezioni polmonari, le digestioni difficili.


venerdì 17 febbraio 2012

Le ricette della Dott. Luciana Varvello : HAMAMELIS VIRGINIANA

Le ricette della Dott. Luciana Varvello : HAMAMELIS VIRGINIANA

HAMAMELIS VIRGINIANA (famiglia delle Hamamelidacee)

Viene coltivata sulla costa atlantica dell'America del Nord e soprattutto nella Virginia. Viene usata in fitoterapia. 
Proprietà curative: ha un'azione vasocostrittrice e tenderebbe a ristabilire l'equilibrio fra la circolazione venosa e quella arteriosa. È pure usata nel trattamento delle emorroidi e in ogni caso in cui occorra ottenere un'azione decongestionante. L'acqua distillata di hamamelis è largamente usata in cosmesi. Un infuso di hamamelis in alta dose è consigliato nel trattamento delle flebiti e delle varici.




Le ricette della Dott. Luciana Varvello : GINESTRA

Le ricette della Dott. Luciana Varvello : GINESTRA

GINESTRA (famiglia delle Leguminose)

Arboscello molto ramoso, alto m 0,80-2 e comune nei boschi e nei luoghi incolti. Altri nomi della ginestra usati dal popolo: ginestrella, amaracciole, ruginolo, estrici.

Proprietà curative: contiene un principio attivo, la sparteina, che è un ottimo tonico del cuore. Contiene inoltre scoparina e sali di potassio che hanno azione fortemente diuretica. Per questo la ginestra rappresenta una delle migliori cure contro l'idropisia. Si usano i fiori che vanno raccolti prima che stiano per trasformarsi in frutto; in caso contrario potrebbero provocare disturbi gastrici. Sono da raccogliere anche i giovani rami. Contro l'idropisia e per rafforzare le contrazioni del cuore: bere alla dose di 2-4 tazzine al giorno l'infuso dei fiori (g 25 in un litro d'acqua). Sempre contro l'idropisia alcuni consigliano di prendere al mattino e alla sera un cucchiao di semi di senape e di bere subito dopo g 15 di decozione di fiori e sommità verdi di ginestra. Ed ecco un vino diuretico; si ottiene con un infuso preparato a freddo tenendo la cenere dei rami e dei fiori (g 60) sospesa per quattro giorni dentro un sacchetto in g 1000 di vino bianco secco. Va preso nella dose di un bicchiere da marsala tre-quattro volte al giorno, prima dei pasti, nei casi di albumina e nelle malattie delle vie urinarie. Il cataplasma di fiori e germogli teneri è utile contro gli ascessi freddi, le ghiandole e i tumori scrofolosi.
I rami giovani e flessibili di questa pianta davvero preziosa (è infatti anche pianta tessile) servono per legare viti, ortaggi, ecc., allo stesso modo di quelli del salice.

  

Le ricette della Dott. Luciana Varvello : GALEGA

Le ricette della Dott. Luciana Varvello : GALEGA

GALEGA (famiglia delle Leguminose)

Detta anche avanese, capraggine, capraria, è un'erba perenne con fusto alto da cm 60 a oltre un metro, comune lungo i fossi, i luoghi umidi ed erbosi, molto comune nell'Italia settentrionale. La pianta ha sapore amaro, quando la si strofina si sente un odore sgradevole.

Proprietà curative: sviluppa e rassoda il seno ed è un potente stimolante della secrezione lattea. La galega viene usata in composizione di specialità medicinali per lo sviluppo del seno e in preparati ricostituenti per nutrici. Va raccolta durante la fioritura (maggio-giugno) e fatta seccare al sole. L'infuso (g 20 di pianta sminuzzata in un litro d'acqua) bevuto a tazze nella giornata fa aumentare notevolmente l'afflusso di latte. 
 



giovedì 16 febbraio 2012

Le ricette della Dott. Luciana Varvello : FUMARIA

Le ricette della Dott. Luciana Varvello : FUMARIA

FUMARIA (famiglia delle Papaveracee)

Pianta erbacea annuale molto comune nei luoghi coltivati, chiamata anche fumosterno o erba acetina. Per il suo gusto sgradevole è rifiutata dagli animali (di qui anche il nome: fiele della terra).
Proprietà curative: si usa tutta la pianta raccolta quando è ben fiorita. È diuretica e depurativa del sangue; quindi utile nelle malattie della pelle e nell'arteriosclerosi. L'infuso (g 20 in g 200 di acqua) addolcito, da bersi in due o tre tazze al giorno per otto giorni, è un ottimo depurativo nell'itterizia, negli ingorghi addominali; abbassa la pressione arteriosa. Non addolcito serve come lavanda contro le serpiggini e le malattie cutanee.


Le ricette della Dott. Luciana Varvello : FRASSINO

 Le ricette della Dott. Luciana Varvello : FRASSINO

FRASSINO (famiglia delle Oleacee)

Albero d'alto fusto, pregiato per il suo legno e per la sua bellezza decorativa.

Proprietà curative: le foglie sono diuretiche e lassative, febbrifughe e antireumatiche. Da raccogliersi in maggio-giugno. Il decotto (g 50 di corteccia in un litro d'acqua) è utile contro le febbri e a volte sostituisce con vantaggio il chinino. L'infuso (g 15 di foglie in g 250 di acqua) è un ottimo purgante, utile anche contro le affezioni reumatiche e gottose. Infuso lassativo (g 10 di foglie in g 250 di acqua). Berne una tazza al mattino a digiuno e una la sera prima di coricarsi. Dal frassino orniello (che è un'altra varietà di frassino) si ottiene poi la "manna" che è il succo condensato e raccolto da incisioni praticate nella stagione calda. La manna è un debole lassativo che si associa spesso al tamarindo, alla senna e alla cassia per ottenere decotti rinfrescanti e lassativi. Dalla manna si ricava la "mannite" venduta in coni o in tubetti come ottimo rinfrescante per bambini. La manna va somministrata ai bambini preferibilmente nel latte, alla dose di g 5-30 secondo l'età; per gli adulti g 15-60.
 



mercoledì 15 febbraio 2012

Un decotto per il fegato... dolce !

Decotto per il fegato (in particolare il fegato infiammato da tossine di origine alimentare o intestinale):

Far bollire per 10 minuti in mezzo litro d'acqua una mela ben lavata e tagliata a fettine sottili. A metà cottura, aggiungere 5 g di liquirizia in polvere e una cucchiaiata di miele.

Posologia: tre tazze al giorno: una al mattino a digiuno, una alle 17.00 e una la sera, una mezzora prima di coricarsi.

Quando il mio occhio è caduto su questa ricetta, l'ho voluta provare, perché di solito per il fegato si consigliano radici amare. Non so se avete mai provato la tisana di genziana... un amaro da brivido! Insomma, io che riesco a bere tante tisane di erbe senza zuccherarle, ho rinunciato alla genziana! Perciò ho fatto il decotto riportato qui sopra, modificandolo un po', perché ho usato le radici spezzettate di liquirizia al posto della polvere, che in questo momento non ho. 



Siccome la formula in polvere è più "concentrata", nel senso che si scioglie prima e viene assorbita più velocemente, ho misurato 10 g di radici spezzettate, per ottenere un effetto analogo. Equivalgono a circa 2 cucchiai da minestra. Per fare in modo che liberassero meglio i loro principi, ho messo le radici a bollire fin da subito, senza aspettare i 5 minuti, e ho fatto cuocere una mezzoretta.

A me come gusto piace, tuttavia so che il retrogusto particolare della liquirizia, un po' amarognolo per via della lunga bollitura, può risultare stomachevole. Nel mio caso specifico, avendo la pressione tendenzialmente bassa, trovo nella liquirizia un aiuto in più. Ho anche notato che, bevuta molto calda, è digestiva.


















Le ricette della Dott. Luciana Varvello : FIORDALISO

Le ricette della Dott. Luciana Varvello : FIORDALISO

FIORDALISO (famiglia delle Composite)

È una pianta molto comune nei campi di cereali, fra le messi, come pianta infestante.

Proprietà curative: la decozione dei fiori (g 30 in un litro d'acqua) è usata contro la tosse e i catarri, come espettorante. Serve anche come lavanda nella infiammazione degli occhi.
 


Le ricette della Dott. Luciana Varvello : ERBA DEI CANTANTI o ERISIMO

Le ricette della Dott. Luciana Varvello : ERBA DEI CANTANTI o ERISIMO

ERBA DEI CANTANTI o ERISIMO (famiglia delle Crocifere)

Cresce nei luoghi incolti, in zone alpine e appenniniche. La pianticella, che fiorisce da marzo a settembre, va raccolta intera al tempo della fruttificazione ch avviene in luglio-agosto. Il principio più notevole che contiene è un'essenza solforata.

Proprietà curative: leggermente diuretiche, espettoranti e stimolanti. Erba ottima specialmente contro le raucedini e utilissima nell'atonia della faringe, della mucosa bronchiale, contro le affezioni bronchiali. A volte in un giorno solo cura una laringite, mentre per laringiti croniche occorre una cura di 8-15 giorni. Infuso: g 10 in una tazza di acqua bollente o g 40-60 in un litro di acqua. Lasciare a macero per mezz'ora e colare. Sciroppo: infuso di g 10 in g 120 di acqua: filtrare, aggiungere g 25 di zucchero. I semi (g 10 in un litro di vino bianco da lasciare a macero per dieci giorni, tre bicchieri al giorno) sono attivi contro l'asma e lo scorbuto. È sempre meglio, per quanto possibile, far uso della pianta fresca.
 


martedì 14 febbraio 2012

Le ricette della Dott. Luciana Varvello : DULCAMARA

Le ricette della Dott. Luciana Varvello : DULCAMARA

DULCAMARA (famiglia delle Solanacee)

Cresce spontanea in luoghi umidi. È una pianta perenne strisciante e rampicante.
Proprietà curative: fin dai tempi più antichi la dulcamara è nota come depurativo, diuretico, sudorifero. Servono i fusti, che in commercio si chiamano stipiti, e vengono raccolti dall'autunno avanzato alla primavera. Decotto: g 20-30 di pezzetti di droga in un litro d'acqua, bolliti per mezz'ora. A tazzine, ogni tanto, in due giorni, come depurativo del sangue nei catarri polmonari cronici, nei dolori reumatici, nelle malattie della pelle. Benefico anche lo sciroppo.

Le ricette della Dott. Luciana Varvello : DENTE DI LEONE o TARASSACO

DENTE DI LEONE o TARASSACO (famiglia delle Composite)

Chiamata volgarmente anche soffione, quest'erba con i suoi fiori a sfera piumosa è conosciuta da tutti. Le sue foglie sono commestibili ("insalata matta" o "cicoria matta"). Cresce nei campi e ovunque vi sia un poco di terra, persino nelle fessure del lastricato e ai bordi dell'asfalto cittadino.
Proprietà curative: è un'erba tonica, aperitiva, rinfrescante, lassativa e depurativa del sangue, diuretica e ricca di vitamina C, antiscorbutica. La pianta fiorisce pressoché tutto l'anno, le foglie e le radici vanno raccolte all'inizio della primavera o nel tardo autunno: si fanno seccare rapidamente dopo aver spaccato le radici per il lungo. Decotto: g 60 di radici in un litro d'acqua. Infuso: g 25 di foglie in un litro di acqua. Cure primaverili a carattere tonico, lassativo, depurativo, stimolante del fegato. Si bevono in un giorno o due e per 10-15 giorni di seguito.

lunedì 13 febbraio 2012

Le ricette della Dott. Luciana Varvello : DATTERO

Le ricette della Dott. Luciana Varvello : DATTERO

DATTERO (famiglia delle Palme)

Il frutto secco di questo albero è notissimo e squisito, ricchissimo di zucchero, molto nutriente.

Proprietà curative: emollienti, pettorali, decongestionanti. Nei catarri bronchiali e vescicali e contro le infiammazioni in genere è consigliabile il decotto: g 30 di datteri in g 500 di acqua con mezz'ora di bollitura. Il continuo consumo di datteri rovina però i denti e l'abuso determina infiammazioni emorroidali.




Le ricette della Dott. Luciana Varvello : CODA CAVALLINA

Le ricette della Dott. Luciana Varvello : CODA CAVALLINA

CODA CAVALLINA (famiglia delle Equisetacee)

È un'erba dallo strano aspetto: non ha né foglie né fiori e ha due cicli di vita nello stesso anno. Tutta la pianta somiglia a un piccolo pino, a coda setolosa. Cresce in zone umide e su terreni silicei e argillosi, specialmente in Sicilia.

Proprietà curative: astringenti, emostatiche, diuretiche, emopoietiche e rimineralizzanti. La polpa fresca e il succo (si ottengono pestando la pianta nel mortaio) vengono applicati sulle ulcere e sulle piaghe che sanguinano e, imbevendone un pannolino, introdotti nel naso per arrestare le emorragie. Il decotto (g 30-50 di coda cavallina secca bollita in g 500 di acqua per mezz'ora) è ricco di effetti diuretici. Il succo e la polpa fresca vengono somministrati ai tubercolotici e agli anemici 2-3 volte al giorno, prima dei pasti, per aumentare il numero dei globuli rossi e tonificare l'organismo. In queste cure però si devono somministrare il succo o la polpa della pianta fresca o i preparati ottenuti dalla pianta colta da 3-4 ore.

  (fonte: Dott. Luciana Varvello, "Curatevi con le erbe: manuale medico pratico per tutti", De Vecchi Editore, Milano, 1974, pagg.71-72)










domenica 12 febbraio 2012

Le ricette della Dott. Luciana Varvello : CASTAGNO

Le ricette della Dott. Luciana Varvello : CASTAGNO

CASTAGNO (famiglia delle Fagacee)

Albero notissimo di collina e di montagna. Il frutto è squisito e molto ricercato come alimento. L'infuso delle foglie (una manciata in un litro d'acqua) è indicato nel catarro bronchiale, contro la dissenteria e la tosse convulsa. Il decotto delle bucce di castagna viene molto raccomandato per lavare i capelli biondi, essendo una tintura innocua e di pochissimo costo.



Le ricette della Dott. Luciana Varvello : CASSIA

Le ricette della Dott. Luciana Varvello : CASSIA

CASSIA (famiglia delle Cesalpinacee)

Pianta originaria dell'India e dell'Arabia, coltivata in tutti i paesi tropicali e in America. Si usa la polpa del suo legume.

Proprietà curative: secondo la dose impiegata ha proprietà lassative o purgative. Polpa: come lassativo, g4-8; come purgativo, g 30-60. Infuso: polpa g 40-60 in mezzo litro d'acqua.


sabato 11 febbraio 2012

Le ricette della Dott. Luciana Varvello : CAPSICO

Le ricette della Dott. Luciana Varvello : CAPSICO

 CAPSICO (famiglia delle Solanacee)

Questa pianta, originaria dell'America tropicale, viene coltivata in tutti i paesi caldi. È una varietà di peperone a frutto rosso e sottile, allungato, che contiene una sostanza molto piccante.

Proprietà curative: in polvere (g 0,25-0,50) per uso interno contro il delirium tremens e l'alcolismo, nelle dispepsie; per uso esterno (g 16-20 di polvere), come cataplasma rubefacente. È ricco di vitamine e dona energia nelle infezioni, malattie della pelle, anemia; fissa il calcio nelle ossa combattendo il rachitismo.



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