Adattato da Dr. Judith Orloff: Guide to Intuitive Healing: 5 Steps to Physical, Emotional, and Sexual Wellness
Nell'attraversare il processo di guarigione intuitiva è necessario che tu sappia che ognuno di noi ha il proprio potere speciale. Ce l'abbiamo dentro: attende soltanto di essere risvegliato. Chiamalo sé interiore, spirito o luce: comunque lo concepisci, sei tenuto ad incontrare e conoscere la tua essenza più profonda. La fonte di ogni intuizione è il tuo alleato e sostenitore più feroce contro il pericolo. Mettendoti in relazione con questa parte di te, la tua fiducia aumenterà, ti sentirai più sicuro nel mondo. Quindi, qualunque cosa o qualunque persona si frapponga fra te e il tuo cammino (fosse pure il diavolo in carne ed ossa), non intaccherà la tua resilienza.
Voglio che spazzi via le credenze che deviano dal tuo potere di guarigione intuitiva. Inizia a chiederti: "Nella mia vita, che cosa mi allontana dal centro e perché?" Mi riferisco a tutto: da uno sconosciuto che ti lancia un'occhiataccia, alla paura di un rifiuto o all'aver a che fare con qualcuno che soffre. Quelle interazioni dove la tua energia si offusca. O quei punti deboli che hanno bisogno di punti di fissaggio. E che dire della negatività? Come si fa a trattare con la tua negatività o con quella di un altro? Se un superiore ti dice: "Tu non avrai mai successo" o un ex-amante ti annuncia: "Sei incapace di stabilire una sana relazione," finisci con il crederci? Ognuno di noi vive delle situazioni che mandano in tilt la propria sensibilità. La base per la centratura e la protezione è cogliere ciò che ci ha intrappolato per poi liberarci dalla causa scatenante.
Voglio che spazzi via le credenze che deviano dal tuo potere di guarigione intuitiva. Inizia a chiederti: "Nella mia vita, che cosa mi allontana dal centro e perché?" Mi riferisco a tutto: da uno sconosciuto che ti lancia un'occhiataccia, alla paura di un rifiuto o all'aver a che fare con qualcuno che soffre. Quelle interazioni dove la tua energia si offusca. O quei punti deboli che hanno bisogno di punti di fissaggio. E che dire della negatività? Come si fa a trattare con la tua negatività o con quella di un altro? Se un superiore ti dice: "Tu non avrai mai successo" o un ex-amante ti annuncia: "Sei incapace di stabilire una sana relazione," finisci con il crederci? Ognuno di noi vive delle situazioni che mandano in tilt la propria sensibilità. La base per la centratura e la protezione è cogliere ciò che ci ha intrappolato per poi liberarci dalla causa scatenante.
Vi sono quattro luoghi comuni che drenano il tuo potere di guarigione intuitiva:
1. Io non sono abbastanza forte per proteggermi.
Da bambini, a molti di noi non viene insegnato a credere nella potenza che custodiamo dentro. Sì, i nostri genitori possono sostenere la nostra intelligenza, il talento, la nostra avvenenza fisica, ci insegnano perfino solidi valori etici, come la differenza tra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. Ma cosa succede al nostro io interiore? Forse anche i genitori devotamente religiosi non riescono a capire che è lì? Il nostro punto di partenza è riconoscere che possediamo una sorgente interna molto reale che ci permette di vedere e di conoscere profondamente. Eppure, quando qualcosa va storto, spesso il nostro primo impulso è quello di cercare fuori da noi stessi qualcuno che ci "aggiusti". Se ci ammaliamo, ci precipitiamo al medico. Se ci sentiamo depressi, chiamiamo un terapeuta. Se abbiamo dei dolori, prendiamo una pillola. Va bene cercare la competenza, ma la stiamo cercando nella direzione sbagliata. Prima guardiamoci dentro. Davvero, non vi è un grande vuoto lì dentro. Poi agiamo seguendo la voce della nostra saggezza. Che cosa ci frena? Forse il colpevole è il bambino vulnerabile che ognuno di noi si porta dentro. Che tu sia un magnate o un postino, una madre o un monaco, questo aspetto della psiche anela ad essere curato, protetto, e si sente impotente a farlo da solo. Sbuca fuori nelle circostanze peggiori, riducendoci come marmocchi impotenti. Naturalmente dobbiamo teneramente riconoscere i suoi bisogni, ma anche sapere dove tracciare una linea di separazione. Vorresti che un bambino dirigesse un consiglio di amministrazione o la tua vita? Ricorda: il tuo sé interiore è molto più che il tuo bambino interiore. Molto più grande, in grado di servire tutte le tue esigenze, è la radiosità del tuo spirito. Sentire questo, sapere questo è la migliore protezione in assoluto. Devi diventare campione di te stesso, prima che lo facciano gli altri. Quando credi in te stesso, nessun altro può sminuirti.
2. I pensieri negativi di altre persone possono farmi del male.
Nei miei seminari, sono colpita da come i partecipanti sono preoccupati di venire ostacolati dai pensieri negativi di altre persone. Tali preoccupazioni devono essere affrontate. A livello di guarigione intuitiva, le cattive intenzioni o i cattivi sentimenti ci possono influenzare, creando ansia o malattie fisiche. Dobbiamo allenarci a farli allontanare. Cos'è l'energia negativa? E' qualsiasi forza antitetica al tuo benessere. Come si presenta nella vita di tutti i giorni? Cominciamo dagli aspetti più semplici. Il tuo vicino non va d'accordo con te. Un amico critica il tuo progetto di riprendere gli studi a quarant'anni. Il tuo ex-fidanzato o la tua ex-fidanzato ti stanno inviando vibrazioni negative. Cosa fai?
Strategie per lo sviluppo di guarigione intuitiva:
3. Sono troppo sensibile e ciò va a discapito del mio benessere.
Strategie per lo sviluppo di guarigione intuitiva:
- Non condurre uno stile di vita basato sull'idea che gli altri ce l'abbiano con te. Questo perpetua la paura.
- Se qualcuno ti sta inviando pensieri negativi, evita di soffermarti su di essi. Più dai attenzione alla negatività e più le dai potere.
- La concentrazione sulla forza del tuo sé interiore è la migliore difesa contro le negatività, non importa quanto sia drammatica la sua manifestazione. Se sei solidamente ancorato a te stesso, nessuno riuscirà a "catturarti".
3. Sono troppo sensibile e ciò va a discapito del mio benessere.
Il gran nemico dell'intuizione è la mancanza di sensibilità. Sappi che non esiste qualcosa come l'essere troppo sensibile. Per comprendere il concetto, potrebbe essere necessario riconfigurare le vecchie idee che ti hanno inculcato in testa. Quando i genitori o gli insegnanti dicevano: "Devi diventare più forte" o in particolare con i ragazzi: "Solo le femminucce piangono", senza saperlo stavano indebolendo il nodo cruciale del tuo legame intuitivo con il mondo. La sensibilità maschile, in particolare, è stata presa a bastonate da un tale condizionamento rigido. Ma, per entrambi i sessi, per abbattere l'armatura dell'infanzia sono richiesti un impegno, una fiducia e una volizione straordinari.
Quello di cui sto parlando non consiste semplicemente nell'esprimere le tue emozioni. E' un apprendimento lento, con i tuoi tempi, per rimanere aperto a un regno intuitivo che è un tutt'uno con il vento, la luna, le gioie e i dolori degli altri, il continuum della vita e della morte. Da questo deriva un intimo legame estatico con tutta l'esistenza, esattamente ciò da cui non desideri proteggerti. La sensibilità ti si rivolta contro solo quando ti senti sopraffatto. Ma come si fa a rimanere ricettivi senza essere annientati dall'intensità di tale esperienza? E' possibile rimanere vulnerabili e sentirsi al sicuro. La risposta è di non chiudere mai la tua sensibilità al di fuori di te, ma di svilupparla come risorsa creativa.
4. E' il mio lavoro farmi carico del dolore altrui.
Quello di cui sto parlando non consiste semplicemente nell'esprimere le tue emozioni. E' un apprendimento lento, con i tuoi tempi, per rimanere aperto a un regno intuitivo che è un tutt'uno con il vento, la luna, le gioie e i dolori degli altri, il continuum della vita e della morte. Da questo deriva un intimo legame estatico con tutta l'esistenza, esattamente ciò da cui non desideri proteggerti. La sensibilità ti si rivolta contro solo quando ti senti sopraffatto. Ma come si fa a rimanere ricettivi senza essere annientati dall'intensità di tale esperienza? E' possibile rimanere vulnerabili e sentirsi al sicuro. La risposta è di non chiudere mai la tua sensibilità al di fuori di te, ma di svilupparla come risorsa creativa.
4. E' il mio lavoro farmi carico del dolore altrui.
Veniamo educati con l'idea che, essendo persone di gran cuore, è lodevole cercare di alleviare il dolore degli altri. Un vagabondo con in mano un cartello che dice: "Ho fame. Lavoro in cambio di cibo" in un incrocio molto trafficato, un bambino ferito, un amico sconvolto: è naturale voler entrare in contatto con loro, alleviare la loro angoscia. Ma molti di noi non si fermano qui; inavvertitamente, se ne fanno carico. Improvvisamente siamo quelli che si sentono afflitti, sfasati, spenti, quando prima ci sentivamo bene. Mi riferisco a una perdita di centro che non ci è di alcun aiuto. Sono fermamente convinta che il percorso più compassionevole ed efficace per guarire le persone sia quello di essere una presenza di supporto, senza tentare di vivere il dolore altrui al loro posto. Inoltre, a volte la sofferenza ha un suo ciclo che, per quanto sia duro assistervi, deve essere rispettato.
Dobbiamo mandare a riposo il vecchio prototipo metafisico del guaritore empatico: si tratta solitamente di donne molto obese (il peso in più, hanno erroneamente sostenuto, era l'unico modo per rimanere ancorate a terra), che curavano i pazienti assorbendone i sintomi con la tecnica di imposizione delle mani. Il risultato? I pazienti se ne andavano sentendosi meglio, mentre le guaritrici si sentivano come vecchi relitti. Queste donne erano convinte che un tale sacrificio era necessario per ridurre la sofferenza degli altri. Agli inizi della mia carriera medica, sono stata sul punto di cadere nella stessa trappola. Durante i primi mesi di pratica privata, mi trascinavo a casa e mi buttavo sul letto mezza morta per tutto quello che avevo assorbito: era una strada certa verso l'esaurimento. Questa pista non era buona né per me né per i miei pazienti.
Ho imparato il valore di essere un catalizzatore per la crescita delle persone, senza compromettere il mio benessere. I pazienti stessi mi hanno insegnato che non posso fare il lavoro al posto loro. Questo non è il mio lavoro. Non è nemmeno il tuo. Tienilo a mente: non è affar nostro privare gli altri delle loro esperienze di vita. Capisco l'impulso di voler migliorare le cose. La compassione e il desiderio di consolare sono umani. Ma c'è una linea sottile tra il sostenere qualcuno e il cercare di farlo per loro. Non importa quanto la tua intenzione sia benevola o cordiale, fare troppo non è un atto di amore, ma di sabotaggio. Puoi essere premuroso e onesto con qualcuno, ma lascia che sia quel che è. Non equiparare l'onorare il suo processo di crescita con l'abbandonarlo. Una filosofia pratica di guarigione intuitiva deve includere sia il preservare la tua energia che servire gli altri. Trovare un equilibrio è essenziale.
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