sabato 19 maggio 2012

La pianta salda-ossa: la consolida

Oggi vi voglio mostrare quattro mie foto della consolida o Symphytum, una pianta dai fiori bianchi penduli, con foglie pelosette, imparentata con la borragine. Esiste anche una variante a fiori porpora. La incontro di solito lungo i fossati e in terreni umidi.
 
Il nome italiano deriva dal latino SOLIDUS, cioè INTERO, COMPATTO; questa etimologia è confermata dal nome scientifico, che si rifà al greco σύμφυτο = CHE CRESCE INSIEME, CHE DI SUA NATURA E' ATTACCATO, UNITO, termine che gli Antichi usavano per indicare una pianta per la cura delle ossa rotte. La radice di preferenza, oppure le foglie, vengono pestate e avvolte in un pannolino con cui si ricoprirà e si fisserà la zona lesa. In alternativa, si può frullare l'erba con un po' di acqua e lavorarla con una qualsiasi farina (l'amido fa da collante), in modo da formare una pappetta, che verrà sempre avvolta in un pezzo di stoffa e usata allo stesso scopo. 


A differenza della celeste cuginetta mangereccia (la Borrago officinalis), la consolida non è indicata per l'uso interno, per il suo contenuto di alcaloidi. Anticamente però veniva usata per uso interno come emostatico e per disturbi allo stomaco (gastrite). Ho anche letto che Raymond Dextreit la propone sottoforma di tisana per gli usi che ho appena citato, nonché per il cancro allo stomaco, perciò ho provato a mettere alcune cime fiorite nella centrifuga e ho bevuto il succo senza problemi (l'equivalente di qualche cucchiaio da minestra), mescolato al succo centrifugato di una mela e di una carota. Il sapore della pianta pura è molto amaro. Non ho proseguito, perché non voglio correre rischi con piante dalle indicazioni controverse, però dalla mia esperienza posso dire che non è così pericolosa come la vogliono fare. Magari basta andarci cauti ed usarla raramente.

 
In effetti, intuitivamente per me la consolida non ha un aspetto molto rassicurante o simpatico: quei grappoletti di fiori che pendono hanno qualcosa di infido, non ti invitano sorridenti, piuttosto è come se piegassero i loro capolini per sfuggire allo sguardo, come se celassero qualcosa di losco... Io le erbe le "osservo" così; non è un modo scientifico, lo so!, però mi aiuta a ricordarle meglio e inoltre spesso mi arriva la conferma se sono velenose o meno. A ciascuno il suo metodo!  ;-)



2 commenti:

Terry ha detto...

Ciao carissima! Bellissimo post, mi é venuto in mente di suggerirti un autore che amo ...un maestro della fitoterapia... Jean Valnet... Ti lascio il link ad uno dei suoi libri, non so se lo conosci ... In caso te lo consiglio! Un abbracio... Ed ecco il link
http://www.amazon.it/Fitoterapia-Guarire-piante-Salute-natura/dp/8809037804/ref=pd_cp_b_2

io ha detto...

Ciao Terry! Sì, Valnet lo conosco, ho un paio di suoi libri, non quello che citi tu, e lo trovo effettivamente un gran naturopata, inoltre ha un linguaggio che arriva a tutti. Grazie per il tuo suggerimento ;-)

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