ARTEMISIA (famiglia delle Composite)
È pianta erbacea perenne dall'aspetto assai simile all'assenzio. È nota anche con i seguenti nomi: amarella, canapaccia, assenzio di siepe, erba di fuoco, cintura (o erba o corona) di S. Giovanni. Il nome deriva dalla leggenda che vuole l'A. usata dalla regina Artemisia d'Alicarnasso; qualcuno invece sostiene derivi da Diana (Artemisia) protettrice delle vergini, e che da tempi immemorabili venisse usata per richiamare i mestrui. È pianta di odore leggermente aromatico, dolciastro il sapore delle radici. È alta da 50 cm a un metro e mezzo; fusto rossastro, foglie verde cupo (sopra), cotonose e biancastre inferiormente; fiori giallo-verdi da giugno a settembre. Cresce un po' ovunque, ma è particolarmente rigogliosa nell'Italia settentrionale e centrale, lungo le siepi, fra i ruderi, nei giardini, in luoghi aridi e incolti dove scarseggia l'acqua.
Proprietà curative: si usano i fiori, le foglie seccate all'aria e le radici. L'artemisia è il "rimedio popolare" per eccellenza contro la soppressione o l'arresto dei mestrui. Per richiamarli (nei ritardi dovuti a debolezza o clorosi) giova il seguente infuso: foglie di A., assenzio, camomilla, il marrobio bianco, melissa: di ciascuno g 2; acqua g 150. Berne due o tre bicchierini al giorno. Nei giorni precedenti le mestruazioni difficili far uso del decotto ottenibile con: sommità fiorite g 20 (o foglie g 30), acqua litri uno. Prenderne due o tre bicchierini al dì, aumentando a quattro nelle mestruazioni dolorose. Sono efficacissime anche le fumigazioni di artemisia: A. g 45; acqua litri 3. Si diriga il vapore agli organi genitali. Contro le convulsioni: polvere d'A. g 0,02; zucchero g 0,25. Questa dose si somministra di ora in ora fino ad aumentare a g 0,10.
Controindicazioni: è da sconsigliarsi l'uso dell'artemisia durante i periodi dell'allattamento, perché rende il latte amaro.
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